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Ford Puma Hybrid Rally1: confronto Ecoboost stradale

10 Giugno 2022

L’avvento dell’ibrido nel Wrc ha spinto il costruttore inglese ad affidare al team M-Sport auto completamente rivoluzionate. Ecco i segreti della vettura, con somiglianze e differenze rispetto alla versione stradale

 

La Ford Puma è una delle auto di segmento B, le cosiddette utilitarie, più apprezzate dagli italiani. Tra le motorizzazioni del crossover più acquistate svetta il mille Ecoboost mild hybrid da 125 Cv. Come è possibile quindi che un piccolo Suv, seppure dall’aspetto sportivo ma dall’indole tuttofare, diventi una belva da gara? Il 2022 è un anno di svolta per il Wrc. Infatti la stagione in corso passerà alla storia come la prima con veicoli dotati di motore ibrido per questo campionato. La prima vittoria assoluta della nuova era porta la firma di Sebastien Loeb: il francese al volante della Ford Puma Hybrid Rally1 del Team M-Sport ha trionfato a Montecarlo. La formazione svedese affiliata al marchio si è poi confermata nei piani alti, come dimostra il secondo posto di Craig Breen in Sardegna. Ma concretamente com’è fatta questa vettura protagonista nel mondiale Rally? E quali sono le differenze con l’auto di produzione? Ecco cosa abbiamo scoperto durante la tappa italiana del Wrc.

 

La Puma Hybrid Rally1 è la prima vettura da corsa del marchio Ford dotata di motore ibrido. Il propulsore può contare su una parte turbo a combustione interna da 1,6 litri. Si tratta di un quattro cilindri in linea in grado di sprigionare una potenza di 380 Cv e una coppia massima di 420 Nm. Questo motore è associato con una parte elettrica da 100 kW ogni tre secondi ed è alimentato da una batteria da 3,9 kWh che immagazzina energia recuperata durante la frenata e la corsa, con una massima rigenerazione in entrata di 30 kW. La potenza massima espressa dalla vettura è di 500 Cv. La Rally1 può contare su un doppio impianto di raffreddamento ad aria e a liquido, racchiuso in un involucro resistente capace di resistere a eventuali impatti.
La nuova creatura di Ford per il Wrc può contare su un cambio manuale sequenziale a cinque velocità, oltre a una trazione integrale con ripartizione della coppia 50/50. Anche questi dettagli contribuiscono a ottenere prestazioni impressionanti. La Puma Hybrid Rally1 può passare da 0 a 100 km/h in appena 3,2 secondi a prescindere dal fondo in cui si trova, sia esso ghiaia o asfalto. Peso a vuoto minimo della vettura di 1.260 kg.
La Ford Puma Hybrid Rally1 è in qualche modo paragonabile alle vetture prodotte dal marchio o sul mercato mondiale? Esiste qualche punto in comune tra il bolide che sfreccia sui tracciati del Wrc e la versione stradale ibrida Ecoboost Hybrid. In comune ci sono i sistemi di funzionamento del doppio motore e le forme dell’auto decisamente aerodinamiche. Per il resto, la parte meccanica e la tecnologia a bordo sono completamente diverse. Differente ovviamente la potenza, con i 125 Cv contrapposti ai 500 del Wrc, e il peso ( più pesante quella stradale con i suoi 1.334 kg rispetto ai 1.260).
Tornando all’auto da gara le prestazioni non sono in dubbio, ma non mancano i contro. Uno dei  problemi sollevati con la nuova generazione di auto Wrc riguarda le temperature elevatissime riscontrate nell’abitacolo nelle giornate più calde. Una criticità dettata dalla posizione dello scarico passata dal lato destro al centro della vettura. Questo dettaglio si ripercuote principalmente sul navigatore, che deve fare i conti con un calore molto più marcato. Il Team Principal di M-Sport, Richard Millener, ha spiegato: “Il design della nuova auto ha incrementato le temperature a bordo. In parte contribuisce l’idea stessa di ibrido con i due motori. Quindi abbiamo realizzato un tetto con metalli diversi come l’argento. L’idea è quella di riflettere la luce solare per cercare di mantenere il calore extra dall’esterno dell’auto. Allo stesso modo ci siamo serviti di una specie di nastro termico. Resta comunque difficile realizzare qualcosa in tempi brevi. Un sistema di raffreddamento è un’opzione, ma è costoso e toglie spazio. Insomma è tutto ancora da vedere”.
FONTE: LaGazzettaDelloSport.it